Il nome Slow Fish identifica un evento, una campagna e una rete internazionale composta da voci diverse: comunità di piccoli pescatori, progetti di Presìdi, chef, ricercatori, attivisti, giornalisti… Slow Fish pone al centro il concetto di acqua e delle sue risorse come beni comuni.
Questo implica la necessità di proteggere la biodiversità attraverso una gestione equa e sostenibile di queste risorse, un senso di responsabilità collettiva e una forte attenzione all’impatto delle attività costiere e terrestri sugli ambienti acquatici, riconoscendo questi spazi come territori di vita.
Il modello di sviluppo che vogliamo promuovere si basa sulla partecipazione di tutti gli attori locali, sostenendo il legame tra terra e acqua in tutte le sue forme, e un uso armonioso e responsabile di tutte le risorse disponibili, al fine di garantire l’attuazione di pratiche sostenibili promuovendo tecniche che rispettino gli equilibri degli ecosistemi. Per amministrare la crescente complessità, le contraddizioni e le incertezze, nasce un advisory board internazionale, che rappresenta adeguatamente la diversità di competenze, esperienze e prospettive impegnate nel dialogo aperto e trasparente che da sempre caratterizza la rete e la campagna di Slow Fish.
L’advisory board di Slow Fish è destinato a fornire indicazioni su questioni relative alla direzione politica della campagna e a rispondere a questioni più tecniche e regionali relative agli aspetti biologici, ambientali ed economici della pesca.
La composizione dell’advisory board
Africa

Yassine Skandrani (Tunisia). Dopo gli studi universitari in produzione acquatica ed ecosistemi presso l’Istituto nazionale agronomico di Tunisi, è diventato insegnante-ricercatore presso l’Istituto superiore di pesca e acquacoltura di Bizerte (Tunisia). È stato coordinatore e consulente di diversi studi, progetti e organizzatore di seminari e workshop a livello nazionale, maghrebino, mediterraneo e africano nel campo della pesca artigianale. È il fondatore dell’Associazione tunisina per lo sviluppo della pesca artigianale e dell’associazione Club bleu artisanal. È membro del comitato di coordinamento del Forum mondiale dei pescatori e dei lavoratori della pesca (WFF, 2012/2020), amministratore dell’associazione SMART (SMall-scale/ARTisanal), e segretario generale della piattaforma di pesca artigianale del Maghreb. Attualmente, è consigliere del ministro dell’Agricoltura, delle risorse idriche e della pesca della Tunisia. È uno dei leader di Slow Food a Tunisi.
Europa

Antonio García-Allut (Spagna). Ha un dottorato di ricerca in antropologia sociale, è professore associato all’Università di La Coruña, Spagna, e detiene una cattedra Unesco in sviluppo costiero sostenibile all’Università di Vigo. Nel 2003 ha creato la Fondazione Lonxanet per la pesca sostenibile, una non profit per la difesa dei pescatori artigianali. In collaborazione con le comunità di pescatori, ha realizzato progetti che contribuiscono a rafforzare il ruolo dei pescatori artigianali sul mercato, nella società (grazie a molti progetti di ittiturismo) e nella governance e gestione sostenibile delle risorse marine. Ha più di 20 anni di esperienza internazionale grazie al lavoro costante e quotidiano con pescatori del Marocco, Cile, Argentina, Costa Rica, Perù, Brasile, così come con governi e organizzazioni non profit. Al vertice Rio+20 delle Nazioni Unite, ha fornito contributi chiave alla bozza zero e ha dato un briefing sulla piccola pesca artigianale a una tavola rotonda di alto livello dei capi di Stato e di governo. Nel 2015 è stato invitato dalle Nazioni Unite a partecipare al negoziato tra stati e società civile sull’SDG 14. Ha creato il convivium Slow Food Galicia Litoral.

Marco Dadamo (Italia). Biologo, laureato all’Università del Salento con una tesi sperimentale in Ecologia del paesaggio. Ha collaborato con numerosi parchi naturali e istituti di ricerca realizzando interventi concreti volti alla tutela e alla valorizzazione della biodiversità, sia in ambiente marino che terrestre, e sviluppando modelli di co-gestione della fascia costiera. Insieme ai pescatori di Ugento e in collaborazione con le amministrazioni locali ha creato la prima Oasi Blu della Regione Puglia, uno strumento di cogestione locale della pesca il cui regolamento è diventato il protocollo di produzione del Presidio Slow Food della pesca tradizionale delle secche di Ugento. Attualmente ricopre la carica di Presidente dell’associazione Slow Food Sud Salento ed è responsabile dei Presìdi ittici di Slow Food Puglia.

Didier Ranc (Francia). È un pescatore in pensione, primo prud’homme della comunità di pescatori di Seyne sur Mer e St Mandier. È anche presidente dell’organizzazione di piccoli pescatori Union Intersyndicale des petits métiers de la Pêche. Didier è il coordinatore dei pescatori del Presidio Slow Food della Prud’homie del Mediterraneo.

Nina Wolff (Germania). Dopo il percorso di studi in filosofia e diritto in Germania e in Francia, ha ottenuto un PhD nei Paesi Bassi con una tesi sulla politica ambientale e la pesca internazionale e comunitaria (2002). Ha svolto attività di ricerca scientific, tra l’altro per il Centro di ricerca ambientale di Lipsia e ha lavorato per diverse organizzazioni non governative tedesche e internazionali su questioni di pesca, ambiente marino e conservazione della biodiversità. Dal luglio del 2019 è vicepresidente di Slow Food Germania, e dal luglio 2020 ne ricopre la carica di presidente ad interim.
Nordamerica

Seth Macinko (USA). È professore associato presso l’Università del Rhode Island nel Dipartimento di affari marini dove è specializzato in diritto e gestione della pesca. Ha una lunga storia nella pesca e nella gestione della pesca in Alaska. Ha collaborato con molti gruppi che lavorano in questo settore tra cui il WFFP (World Forum of Fisher Peoples), NAMA (North Atlantic Marine Alliance) e FLC (Fish Locally Collaborative). I suoi campi di ricerca riguardano prevalentemente questioni legate all’ocean grabbing e alla privatizzazione. Da anni fa parte della rete Slow Fish negli Stati Uniti.

Tasha Sutcliffe (Canada). Per nove anni è stata direttrice di programma per il Community Fisheries Development Centre a Prince Rupert dove ha lavorato con le First Nations, i governi, le organizzazioni comunitarie, le imprese e l’industria per sviluppare programmi che affrontassero la crisi delle comunità creata dalla crisi della pesca. Il suo ampio background l’ha portata a diventare direttrice del programma di pesca presso Ecostrust Canada, fino a diventarne vicepresidente. Durante la sua permanenza in Ecostrust Canada, Tasha ha concentrato il suo lavoro sulla costruzione di una pesca sostenibile per le comunità costiere: economicamente redditizia, equa e responsabile dal punto di vista ambientale. Ha sempre avuto un ruolo cruciale all’interno di Slow Food Canada, in particolare nello sviluppo della rete Slow Fish.
Sudamerica

Ana Isabel Márquez Pérez (Colombia). Antropologa con un master in gestione del turismo sostenibile e un dottorato in scienze sociali. Nata a Bogotà, è cresciuta nell’isola di Providencia. I suoi genitori, biologi marini innamorati dell’isola, le hanno trasmesso la passione per il mare e la cultura raizal. Per questa esperienza di vita, ha dedicato i suoi studi accademici alla ricerca sulle relazioni delle persone con il mare, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento dei processi locali e alla salvaguardia dell’eredità culturale della popolazione locale. Attualmente lavora con diverse comunità di pescatori in Colombia.