Il blog di Slow Fish

04 Giugno 2023

Buongiorno a tutte e a tutti! Inauguriamo con Slow Fish anche il blog di Slow Fish.

È questo lo spazio in cui raccogliamo le riflessioni importanti protagoniste dei giorni di evento.

Eccoci allora con il blog di Slow Fish.

4 giugno – ore 12:00 – Stand Regione Lazio – Alla difesa del riccio! Presentazione della Comunità Slow Food per la tutela del riccio di mare di Santa Marinella e Civitavecchia

Oggi abbiamo dato il benvenuto a una nuova comunità Slow Food dedicata al prodotto che, più di tutti, è capace di donarci il sapore del mare: il riccio di Santa Marinella a Civitavecchia. 

«Questa specie fondamentale per l’equilibrio del mare sta soffrendo l’attacco di un parassita e allo stesso tempo è oggetto di persecuzioni da parte dei bracconieri, che nelle loro spedizioni sono capaci di raccogliere dai 30.000 ai 40.000 esemplari» sottolinea Alessandro Ansidoni di Slow Food Lazio. «Ha bisogno di rispetto, tutela e valorizzazione Per questo uno dei primi obiettivi a cui mira la Comunità è il ripristino della legalità di pesca, requisito che non può prescindere dal dialogo con i ristoratori». 

Lo evidenzia lo chef Andrea Palmieri che nel cuore di Roma gestisce il ristorante Bucavino. Nella degustazione propone un piatto frutto di tanto studio e sperimentazione, “Il riccio è fuggito”, che mira a restituire il tipico sapore di mare del riccio attraverso l’utilizzo di altri ingredienti. Da romano doc, svela anche un trucco del mestiere da poter riproporre a casa: la mantecatura con il tuorlo d’uovo. 

Non solo rivisitazione delle ricette. Per diffondere un consumo più parsimonioso e consapevole, la Comunità vuole dare una nuova veste anche alle tradizioni che valorizzano il riccio, come la tipica Ricciata di Civitavecchia. Un momento di convivialità molto importante per tutti i laziali che tra gennaio e febbraio si riuniscono sugli scogli per condividere un picnic a base di ricci, pane e vino.

4 giugno – ore 15:00 – Slow Fish Arena – Baciate dal mare: la rigenerazione delle città costiere

Leandro Ventura, direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale: «I grandi antropologi italiani si sono dedicati prevalentemente alle aree interne, lasciando scoperte le coste. Con l’Istituto Centrale per il patrimonio immateriale abbiamo invece iniziato a dare spazio a queste realtà, facendole diventare parte del nostro importante progetto multimediale. Vogliamo valorizzare la cultura marinara che rappresenta una parte importante delle tradizioni del nostro paese».

Giovanna Cepparello, assessora all’ambiente e referente delle politiche per il cibo della Città di Livorno. «Il caciucco è una zuppa di tanti pesci, come Livorno è una città di tante genti, che richiama tutti. Il caciucco è un po’ la metafora, la bandiera della nostra identità. Dobbiamo in tutti i modi non disperdere il nostro patrimonio alimentare, che è enorme, accogliendo la modernità con intelligenza, senza asservirci a quest’ultima. Porto l’esempio del Banco 13, nato nel nostro mercato, che è un luogo vivo, che raccoglie l’invenduto di frutta e verdura a fine giornata, regalandolo a tutti. Il Banco 13 è lotta allo spreco alimentare e, insieme, è pratica di comunità. Il Banco 13 sarà il cardine di una serie di buone pratiche alle quali in città vogliamo dare rilievo. Nei primi mesi di vita del Banco 13 sono stati salvati e donati 10.000 chili di frutta e verdura. È importante partire dall’alto con le strategie e poi fare sì che esse entrino nel vissuto delle persone».

Valentina Gucciardo, responsabile Orti in condotta della Città di Livorno: «Ogni anno con gli Orti scolastici mettiamo a valore i progetti e i temi proposti dall’ufficio educazione. A un certo punto ci siamo resi conto che nella nostra città eravamo carenti dal punto di vista delle relazioni, della rete. Grazie alla Strategia alimentare ci siamo pertanto impegnati in tal senso, stringendo relazioni con la politica, con l’amministrazione, e rafforzando quelle con i produttori. Penso che non ci sia nulla di così rivoluzionario come il progetto degli orti nelle scuole, e con il tempo siamo riusciti a dargli ancora più sostanza. Nelle nostre attività, lavoriamo anche con i pescatori locali, come la Cooperativa dei pescatori di Viareggio, riuscendo anche a impiegarlo nelle nostre mense scolastiche».

Francesco Maresca, assessore al Patrimonio, porto, mare e pesca del Comune di Genova: «La nostra è una città molto stretta, il cui patrimonio alimentare è profondamente legato da un lato alle aziende agricole, dall’altro alle aziende ittiche. Il nostro patrimonio alimentare è importantissimo ed è fondamento della nostra identità. Per metterlo a valore ci avvaliamo anche delle moderne tecnologie, e lavoriamo con sempre maggiore impegno alla sostenibilità ambientale: ad esempio stiamo lavorando alla sempre maggiore sostenibilità del porto della città. Senza dimenticare che spesso sono gli stessi cittadini a fornire idee e a guidarci nel nostro percorso».

Marco Dadamo, international advisory board di Slow Fish: «Come possiamo racchiudere le food policies in un unico contenitore? Forse è impossibile. A Taranto abbiamo avviato un importante percorso intorno alla mitilicoltura del Mar Piccolo. Qui gli impianti di mitilicoltura costruiscono il paesaggio da oltre 1000 anni. I nostri progetti sono una risposta di identità all’economia dell’acciaio che per tanti anni è stato l’unico elemento per cui riconoscere la città. La nostra nuova scommessa e sfida si chiama Slow Med, e vi aspettiamo a Taranto il 6, 7 e 8 ottobre. È qui che vi aspettiamo per parlare di scambi e soluzioni comuni».

4 giugno – ore 14:00 – Spazio incontri Slow Fish – Mercati romani e pesca sostenibile

Comprare e consumare pesce: sì, ma quale? Sceglierlo nel modo giusto è importante: la risorsa ittica non è infinita e nel Mediterraneo il 73% degli stock è sovrasfruttato. Ecco perché occorre conoscere quale pesce acquistare e quale evitare e sapere come rifornirsi nel modo corretto. Da questo punto di vista, i mercati possono essere una scelta interessante nel caso in cui vi siano banchi in grado di proporre un pescato locale, selezionato, del giorno, attento alla stagionalità dei pesci e alla loro disponibilità nei mari. Nel corso della conferenza intitolata “Mercati romani e pesca sostenibile”, ad esempio, è stata annunciata l’imminente nascita di un mercato del pesce a Ostia, sul litorale romano, dove lavorano una ventina di barche di pescatori.

4 giugno – ore 12:30 – Spazio incontri Slow Fish – Il Geoportale della cultura alimentare italiana

Cultura, agricoltura, territori e tradizioni. Questi quattro elementi possono essere messi insieme e costituire la base per valorizzare la cultura alimentare del nostro Paese. Oggi a Slow Fish si parla anche di cultura della memoria, e lo facciamo raccontandovi l’esperienza del Geoportale della cultura alimentare.

Leandro Ventura, direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – partner culturale dell’evento –: «Il Geoportale della Cultua Alimentare racconta la storia dei piatti e dei prodotti, e il loro legame con la comunità. La georeferenziazione di piatti e prodotti può inoltre essere un volàno per incentivare un turismo lento, di qualità».

Angelo Boscarino, responsabile BIA: «Collaboriamo con Unisg, che ha realizzato quella grande banca dati che sono “I granai della memoria”. Comunichiamo attraverso le micronarrazioni – racconti di prodotti di eccellenza che sanno andare oltre la ricetta – e le interviste ai protagonisti della cultura alimentare, per preservare un patrimonio a rischio di scomparsa. Ci interessa il fare legato alla storia dei prodotti e dei piatti».

Volete scoprire un esempio? Guardate come Massimo Spigaroli racconta come si fa il culatello di Zibello, la sua storia e le sue caratteristiche

Quello del Geoportale è un “repertorio” in fieri. Dalla Basilicata, che è la più presente, il lavoro di catalogazione si sta ampliando ed estendendo ad altre regioni, come la Liguria e il Lazio, ancora poco presenti ma ricchissime di tradizioni importanti da mettere a valore.  

Francesco De Melis, regista etnomusicologo e documentarista, racconta come i prodotti e la loro lavorazione abbiano una musicalità. «Venti anni fa circa – nel 2001 – ho avuto una visione. La scena delle donne al porto vecchio di Lampedusa che deliscavano gli sgombri appartiene a un mondo perduto che non tornerà più. È stata un’esperienza odorifica e musicale, come molte altre che ho avuto occasione di riprendere. Ad esempio quella della pesca delle anciove o della processione cui i pescatori prendono parte per ringraziare la Madonna». De Melis lancia inoltre l’idea di un progetto di documentazione sui mercati del mondo, ritmici, odorifici, veri.

4 giugno – ore 11:00 – Stand Regione Campania – Io non alimento la pesca di frodo

È stata rinviata causa assenza dei relatori, dovuta allo sciopero del personale aeroportuale, la conferenza intitolata Io dico no alla pesca di frodo, originariamente prevista a Slow Fish. Il progetto, promosso dal Parco della Gaiola, coinvolge alcuni chef campani e mira a contrastare la pesca illegale dei ricci di mare. Comunicheremo appena possibile le nuove date.

3 giugno – ore 20:00 – Stand Regione Puglia – La biodiversità dei mari di Puglia: progetti di tutela e valorizzazione

Da Taranto a Genova per contrastare l’estinzione dei cavallucci marini: dalla città pugliese alcuni esemplari verranno portati nell’acquario del capoluogo ligure per un progetto di ripopolamento. Fino a pochi anni fa, nelle acque del mar Piccolo di Taranto vivevano 300.000 cavallucci marini, ma dal 2016 la popolazione è diminuita del 90%, un crollo dovuto anche al fiorente mercato nero, in particolare orientale. A Genova i cavallucci marini verranno quindi avviati alla riproduzione, mentre a Taranto verranno allestite zone protette dove i pesci, una volta reintrodotti, potranno crescere e ripopolare le acque.

3 giugno – ore 17:30 – Stand Regione Calabria – Approfondimento “Acqua dolce con le acciughe

«In Calabria le comunità si sono sviluppate su una terra verticale circondata e formata dall’acqua, quella dello stretto di Messina» afferma Francesco Tripodi, storico dell’acqua. «Lo stretto è un sistema complesso che lega gente di montagna e gente di mare, proprio come fanno le fiumare».

Da sempre le fiumare sono state un sistema integrato di reti e di corridoi ecologici e culturali, mediatori tra il mare e le aree interne. Sono fiumi solitamente brevi e soggetti a grandi mutamenti di portata a seconda della stagione e del periodo dell’anno. Originatesi dai rilievi montuosi dell’Aspromonte e delle Serre, costituiscono con i loro bacini circa il 60% di tutto il territorio metropolitano. Un dato che ci può far comprendere la loro importanza nella storia della Calabria. Pensiamo ad esempio, nell’ottica di questo Slow Fish Coast to Coast, al loro ruolo di comunicazione tra costa ed entroterra.

«Proprio nelle fiumare viene coltivata l’arancia belladonna, Presidio Slow Food, che è la perfetta sintesi di questo connubio: la sua produzione viene seguita dalle persone che dell’entroterra, ma rifornisce pescatori, ristoratori e popolazioni della costa» continua Francesco.

Prendere coscienza dei luoghi è fondamentale per guardare a un futuro sostenibile Per questo abbiamo bisogno di biodiversità e responsabilità. Valori che vengono perseguiti da Francesco Pisani, responsabile Pesca acque interne Regione Calabria, che sta coordinando un grande lavoro di classificazione e monitoraggio delle acque interne grazie ai tecnici di Arsec Calabria. Ma anche da Annamaria Mele, direttrice Flag La perla del Tirreno, che si batte per realizzare la prima certificazione DAC di acquacoltura.

Per difendere, valorizzare e ripopolare questi bacini c’è bisogno di un’azione comune. Perché come dice un famoso dialetto calabrese: Na nuci ‘nta ‘nu saccu no’ scrusci (una noce in un sacco non fa rumore).

3 giugno – ore 14:30 – Spazio incontri Slow Fish – Un mare di plastica: firma del protocollo per la pulizia del mare di Ostia

Il documento verrà firmato ufficialmente nelle prossime settimane a Roma, ma a Slow Fish è stato annunciato e in parte svelato: è il protocollo per la pulizia del mare di Ostia, un accordo che permetterà ai pescatori attivi sui circa 18 chilometri di litorale romano di portare a riva i rifiuti di plastica eventualmente recuperati in acqua. Grazie alla collaborazione di Corepla, a terra saranno allestite strutture per accogliere e raccogliere la plastica, che potrà quindi venire smistata e avviata correttamente al recupero.

2 giungo – ore 15:00 – Slow Fish Arena – Salviamo gli oceani, e loro salveranno noi

Patagonia

Il 2 giugno alla Slow Fish Arena abbiamo visto la presentazione di una serie di progetti sostenuti dall’azienda tessile Patagonia, cui fondatore, nel 2022, ha annunciato la sua intenzione di cedere la società, valutata circa 3 miliardi di dollari, a un fondo ad hoc e a un’organizzazione non profit, al fine di assicurare che i profitti dell’azienda, che valgono circa 100 milioni di dollari all’anno, siano utilizzati per cause ambientaliste.

Tra questi progetti c’è un focus specifico sugli oceani, la cui salute, come sappiamo, influisce su tutti gli altri ecosistemi terrestri. L’idea è di dimostrare che esistono già progetti e persone che stanno facendo qualcosa di concreto per migliorare la salute dei mari: buoni esempi che possono essere fonte d’ispirazione per tutti.

Gabriel Davies, Ocean Marketing Manager per Patagonia, ha portato a Slow Fish un’anteprima globale di una nuova campagna, Salviamo gli oceani e loro salveranno noi, insieme a Nikki Spil, allevatrice di alghe in Galles e Olanda, è una delle tante star della campagna stessa. Tramite il suo lavoro di allevamento di alghe, cozze, ostriche e altri crostacei in Galles, Nikki Spil sta contribuendo a un processo che non solo pulisce il mare, ma ci offre anche la possibilità di lavorare la terra in modo più sano.

«I biostimolanti che ricaviamo dalla alghe sono sostanze che vengono spruzzate sulle colture per stimolare l’assorbimento dei nutrienti, migliorare la tolleranza allo stress e ridurre la necessità dell’uso di fertilizzanti. Come tutti i prodotti a base di alghe, sono estremamente vantaggiosi dal punto di vista ambientale, poiché le alghe vengono coltivate senza bisogno di terra o acqua dolce. E, utilizzando estratti di alghe piuttosto che altre forme di fertilizzante, possiamo anche ridurre la nostra impronta sulla terra e lo sfruttamento delle risorse idriche».

La campagna di Patagonia non mira soltanto a promuovere queste buone pratiche, ma anche a proteggere i mari (e dunque noi) da una grave minaccia che li affligge in tutto il mondo: la pesca a strascico. Come ci racconta Gabriel Davies, «il 93% di tutto il pesce che viene scartato morto nel mare, proviene dalla pesca a strascico. Questa tecnica distrugge il mare: ha trasformato il Mare Nord in un mare meno vivo. E quando ammazziamo gli animali che vivono nel mare tramite la pesca a strascico, limitiamo anche l’abilità dell’oceano di agire come un deposito di carbonio. Ecco perché con la nostra nuova campagna di raccolta firme chiediamo che l’Unione Europea vieti questa pratica una volta per tutte!».

Da un lato, allora, possiamo sostenere questa campagna, e unire la nostra voce a tante altre che pretendono una politica più sostenibile, e più responsabile, e dall’altro possiamo trarre ispirazione da tanti progetti, che siano collegati direttamente a Slow Fish e non, che fanno vedere al mondo che un’alternativa non solo è possibile, ma che già esiste.

2 giugno – ore 14:00 – Spazio incontri Slow Fish – Le politiche locali del cibo e i modelli di governance

Nel secondo incontro di Slow Fish dedicato al tema delle politiche del cibo portiamo esperienze concrete di costruzione di modelli di governance, consapevoli che lavorare per un sistema alimentare sostenibile sia oggi una priorità per garantire il benessere della popolazione urbana, periurbana e rurale.

«Oggi abbiamo bisogno di dare innanzitutto dei punti di riferimento, e qui in Area Mandraccio abbiamo la fortuna di averne molteplici: un ricercatore, un dirigente, un rappresentante istituzionale e un biologo. Persone che permettono di analizzare le politiche del cibo e farci comprendere il loro significato più trasversale» esordisce Andrea Calori, esperto in politiche territoriali, sviluppo locale e cicli alimentari sostenibili, Està Milano

Sabrina Alfonsi, assessora all’ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma: «Il cibo è il primo bisogno dell’uomo e le politiche del cibo toccano qualsiasi attività. A Slow Fish possiamo partire dalle politiche del pesce, passando poi per il mare e la sostenibilità, fino ad arrivare ai ristoranti, ai trasporti, ai biodigestori per la produzione di energie pulite. Sono politiche che guardano al breve, ma anche al lungo termine. E non smetterò mai di ripeterlo: l’obiettivo è non sprecare, non recuperare».

«Con la nostra azienda siamo spesso partner ambientali nelle manifestazioni, e siamo fieri di esserlo anche in questa undicesima edizione di Slow Fish» continua Tiziana Merlino, Dirigente Area rapporti con gli stakeholder, comunicazione, commerciale, gesione flussi, AMIU Genova. «Uno degli ambiti di intervento in cui cerchiamo di cambiare l’approccio al cibo dal punto di vista culturale è l’attività con le scuole, legata alla riduzione degli sprechi e all’importanza della salute e dello sport».

«Come dice Carlo Petrini, c’è bisogno di rapportarsi con una visione olistica al mondo del cibo» afferma Carmelo Maiorca, referente di Slow Fish in Sicilia. «Non possiamo occuparci di cibo solo per parlare di quale pesce di stagione ci sia. Oggi le linee guida delineate anni fa ormai non sono più valide perché il concetto di sostenibilità, che deve essere al centro delle politiche del cibo, si è evoluto e continua a evolvere».

«La città è un ecosistema complesso. Oltre il 70% della vita è nelle città, che tuttavia occupano il 2% dei territori a livello globale» conclude Marco Dadamo, referente dei Presìdi del mare in Puglia. L’immagine del Comune di Taranto è storicamente legata alla monocultura dell’acciaio. Oggi ha cercato di cambiare volto attraverso l’Ecosistema Taranto, che comprende diversi progetti, tra cui la costituzione di una food policy. È fondamentale in una città con peculiarità gastronomiche che fanno parte della sua identità, prima fra tutte la mitilicoltura. La politica del cibo deve abbracciare questo grande patrimonio». 

1 giugno – ore 16:30 – Spazio incontri Slow Fish – Le buone politiche contro gli sprechi alimentari 

Molte città e molti progetti da esse attivati sono impegnate nel contrasto agli sprechi alimentari. E in progetti di recupero, riuso e redistribuzione delle eccedenze alimentari lungo tutta la filiera.

«Sono sfide che stanno crescendo in modo capillare: da Taranto, grande protagonista a Slow Fish, a Messina, che ha avviato un protocollo di impresa importante, passando per Roma, Lucca, Firenze e ovviamente Genova. Le politiche del cibo stanno entrando nei programmi elettorali. E anche Slow Food sta compiendo grandi passi in avanti sul tema, grazie a chi ci accompagna in questo percorso» afferma Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia, aprendo l’incontro. 

Un recupero di 260 chili di eccedenze e spese sospese, equivalente alla grandezza di circa 18 Acquari di Genova. È solo uno dei risultati del progetto Ricibo coordinato da Marco Malfatto. «Ricibo nasce dal territorio e dal lavoro di oltre 200 associazioni che da sempre hanno cercato di insistere su una contraddizione evidente in città: lo spreco del cibo e la fame sempre più diffusa. Lo fa attraverso un approccio sistemico, sottolineando come gli interessi economici dipendono anche dagli impatti ambientali e sociali, e come sia necessario creare una transizione verso un sistema alimentare circolare e sostenibile».

Gli fa eco l’Assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma, Sabrina Alfonsi: «Roma arriva un po’ più tardi rispetto ad altre città ma con una grande portata. Fondamentale è stata la costituzione del Consiglio del cibo, che riunisce associazioni ma anche piccole aziende e grande distribuzione. Sono stati creati 10 tavoli di lavoro che stanno portando al consolidamento di una grande rete. La food policy diventa infatti realtà se abbiamo delle reti. Il futuro della food policy è mettere in filiera l’innovazione tecnologica e assicurare la sostenibilità economica delle città».

Lo dimostra la Rete italiana politiche locali del cibo, che vede la cooperazione e il confronto di oltre 200 esperti tra geografi, sociologi ed economisti come la relatrice Renata Paola Damieri, Università di Genova, che evidenzia quanto sia importante «ragionare sul valore economico, sociale e ambientale. Il rispetto dell’ambiente e del benessere delle persone deve essere perseguito senza comportare una riduzione della sostenibilità economica»

Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene buttato. E la corretta conservazione degli alimentare è uno dei modi più semplici ed efficaci per ridurre lo spreco alimentare. Per questo Cuki, Sostenitore ufficiale di Slow Food Italia, ha creato il Progetto Save the Food.

«Dal 2011 recuperiamo parte del cibo in eccesso distribuito in supermercati, mense e ristoranti per donarlo a tutti coloro che ne hanno bisogno» afferma Alessandro Pessana, Marketing Manager Cuki. «Il 50% delle persone ancora si vergogna a chiedere di riportare gli avanzi della cena, in parte anche per una questione di tradizioni. Ma il problema opposto è che il 75% dei ristoratori non offre questa possibilità. L’obiettivo è creare dunque una nuova cultura per evitare lo spreco alimentare, creando consapevolezza tra tutti gli attori della filiera, dal consumatore, alla grande azienda, fino alle osterie. Cuki ha deciso di mettere a disposizione migliaia di vaschette in alluminio per conservare il cibo recuperato e poi redistribuito dai volontari e dagli operatori del Banco Alimentare. A oggi sono state donate quasi 300.000 vaschette e migliaia di thermobox Cuki».

Approfondisce infine la visione politica la deputata Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, spiegando il significato della legge 166. 

La legge prevede la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici. Unisce dunque la responsabilità sociale d’impresa e la capacità del terzo settore di rispondere a tanti bisogni. La parola preziosa di questa legge è eccedenza. L’abbondanza non deve essere un concetto sempre negativo, ma non deve diventare spreco. È fondamentale mettere in atto politiche urbane, un modello che consenta al terzo settore di specializzarsi in alcuni meccanismi di ritiro e di attuare un vero e proprio cambiamento culturale.

1° giugno – ore 12:30 – Spazio incontri Slow Fish – Prospettive e opportunità per il futuro del turismo costiero in Italia

Il turismo costiero non è solo quello delle spiagge e non è solo quello dei mesi estivi. È un turismo che vuole bene al territorio e agli ecosistemi, inclusi quelli marittimi. Allo Spazio incontri di Slow Fish 2023 ragioniamo di prospettive future del turismo italiano insieme a UniCredit e all’assessore al Turismo della Regione Liguria Augusto Sartori.

«Professionisti, imprenditori, guide turistiche costituiscono una comunità variopinta in grado di trasmettere millenni di lavoro che le popolazioni hanno speso sui territori», commenta il vicepresidente di Slow Food Italia Giacomo Miola.

In questo senso si inserisce Made4Italy di UniCredit, il programma che vuole favorire un sistema integrato turismo-agricoltura per la crescita e la valorizzazione dei territori e del tessuto imprenditoriale locale.

«Abbiamo intercettato un cambiamento profondo della modalità di fruire il viaggio» spiega Simona Olivadese, Referente Turismo di UniCredit. «Il viaggiatore oggi vuole entrare a contatto con le comunità locali e conoscerne le tradizioni: tanto più una destinazione risponde a questo, quanto più fa bene al territorio».

«La fisicità e la relazione a tu per tu con i nostri operatori sono gli elementi vincenti del progetto» aggiunge l’Area Manager Retail Liguria per UniCredit, Augusto Sartori. «Consulenza dedicata, supporto, piani finanziari dedicati sono gli strumenti con cui vogliamo sostenere le realtà locali per valorizzare il turismo e il patrimonio agroalimentare ad esso collegato».

di redazione, info.eventi@slowfood.it

Organizzato da Slow Food e Regione Liguria con il patrocinio della Città di Genova, Slow Fish 2023 è a Porto Antico, Genova, dall’1 al 4 giugno. Iscriviti alla newsletter di Slow Food per essere informato su tutte le novità. #SlowFish2023

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