In tutte le estinzioni di massa, incluse quelle originariamente causate da comete, il mare ha avuto un ruolo chiave. I grandi cicli e processi marini avvengono così lentamente che quando i problemi si presentano è ormai troppo tardi per intervenire.

Morten A. Stroksnes, Il libro del mare, Iperborea 2017

Il clima sta cambiando – ed è innegabile – ma, se non fosse per mari e oceani che sequestrano circa un quarto della CO2 rilasciata nell’aria, gli effetti di questo cambiamento sarebbero ancora più evidenti. Oltre a fornirci cibo e risorse, gli oceani sono il nostro principale alleato contro il riscaldamento globale, ma sono anche i primi a pagarne il prezzo.

Questa capacità di assorbire la CO2 e il calore in eccesso, infatti, non è senza conseguenze, poiché porta da un lato all’acidificazione delle acque, dall’altro a un innalzamento del loro livello.

I numeri del cambiamento climatico

Negli ultimi 40 anni, l’oceano ha assorbito il 93,4% del calore in eccesso, agendo come una specie di tampone contro il riscaldamento globale. Il 2,3% finisce nell’atmosfera, il 2,1% è stoccato nei suoli, le restanti percentuali nelle calotte e nei mari polari.

Assorbendo questo calore, l’acqua si espande e il livello del mare si innalza. Dal 1900 il livello del mare si è innalzato di 20 centimetri e secondo le previsioni continuerà ad accrescersi a una media di circa 3 millimetri l’anno.

Le conseguenze del cambiamento climatico

Mentre i paesi più ricchi stanno investendo in nuove forme di protezione costiera, questa situazione sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza dei popoli dei paesi più poveri, che abitano in zone fra le più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Ad esempio il Bangladesh, dove le acque marine si stanno innalzando a oltre il doppio della media mondiale (8 millimetri contro 3,2) e dove ogni anno una porzione dal 30% al 50% del territorio viene allagata dall’acqua salata. In un futuro non troppo lontano milioni di persone potrebbero diventare rifugiati climatici.

Le buone pratiche

Spesso siamo portati a pensare che alcuni problemi siano più grandi di noi e che non c’è nulla che possiamo fare, o che addirittura non ci riguardino. Ma la prospettiva cambia radicalmente appena ci ricordiamo che siamo tutti interconnessi e che quel che accade nel mare in larga parte si origina a terra.

In realtà, sono molti i comportamenti virtuosi che possiamo adottare per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, a partire dalle nostre abitudini alimentari.

  • Mangia meno carne, di migliore qualità. E ricorda che anche il pesce può venire da allevamenti intensivi, altamente inquinanti: evita di acquistare i gamberi tropicali, il salmone, il pangasio.
  • Cerca il cibo di stagione e acquista il cibo locale, che è più fresco e ha percorso meno chilometri per arrivare sulla tua tavola.
  • Cerca di variare i tuoi acquisti: la biodiversità è amica del clima.

Ognuna di queste indicazioni può essere applicata anche al pesce che scegliamo di acquistare e che mangiamo:

  • se scegliamo di acquistare solo pesce di stagione, ponendo attenzione a che non abbia percorso migliaia di chilometri per arrivare sulle nostre tavole
  • se compriamo un pesce che sia stato catturato o allevato secondo pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente
  • se cerchiamo di portare una maggiore varietà sulle nostre tavole evitando di consumare sempre le stesse specie…

Organizzato da Slow Food e Regione Liguria con il patrocinio della Città di Genova, Slow Fish 2023 è a Porto Antico, Genova, dall’1 al 4 giugno. Iscriviti alla newsletter di Slow Food per essere informato su tutte le novità. #SlowFish2023

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