La parola ai pescatori – Joy, Robi e i fasolari

02 Giugno 2023

Le storie di pesca sono l’elemento più importante di Slow Fish. Senza di esse non potrebbe neppure esserci l’evento. Così oggi ci spostiamo dal Golfo dei Poeti alla Laguna di Marano.

Protetta dal mare aperto da una serie di isole e isolette, come quella di Sant’Andrea e quella di Martignano, nota anche come l’Isola delle conchiglie, è caratterizzata da una vegetazione palustre e dalla singolarità degli insediamenti temporanei dei pescatori. In loco li chiamano “casoni”: si tratta di costruzioni fatte di canna e legno, che rendono la laguna uno dei luoghi più interessanti dell’Alto Adriatico.

Un luogo che vive di pesca, certamente, ma anche di un turismo attento, responsabile, desideroso di scoprire la vera essenza del territorio. È questo il turismo che intercettano Joy e Robi, maranesi doc e pescatori di fasolari, anche se definirli così è un po’ riduttivo, visto che sono un vero vulcano di idee.

Per amor di pesca

Robi Zentilin arriva da una famiglia di pescatori. È stata questa l’attività di suo nonno e poi di suo padre. Un’attività che Robi ha preso in mano dagli anni Novanta. «Quando ho iniziato la pesca dava molto di più. In laguna ancor oggi ci sono molte specie, ma alcune non le si vede più o sono molto rarefatte: le cappelunghe o i lupini di mare, ad esempio, ne troviamo sempre di meno o non li troviamo per nulla…».

Joy Marvona, invece, con la pesca non c’entrava proprio nulla. Joy faceva la parrucchiera a Castions di Strada, nel Medio Friuli. Poi si è innamorata di Robi e a un certo punto, quasi per scherzo gli ha chiesto di poterlo aiutare. Detto fatto, Joy si è licenziata ed è diventata pescatrice professionista e comandante di imbarcazione. E molte altre cose…

Mi racconta Joy: «Non ci piace stare fermi, e a un certo punto abbiamo iniziato ad arricchire la nostra attività. Oltre a Robi, il peschereccio che usiamo per l’attività di pesca, abbiamo deciso di ultilizzare Alice II, un’imbarcazione più piccola, che utilizzavamo solo un paio di mesi all’anno per la pesca delle seppie, anche per le uscite di pescaturismo. Può ospitare fino a otto persone, e spesso capita che siano turisti stranieri, desiderosi di conoscere il territorio in maniera più autentica e rilassata, di vivere un’esperienza. Li portiamo a vedere i casoni, nella laguna e sul fiume Stella».

Dalla barca alla cucina

Se pensate che sia finita qui, però, vi sbagliate di grosso. Continua Joy: «Il nostro sogno era quello di avviare anche un’attività di ittiturismo, ma il percorso è stato piuttosto lungo perché, quando abbiamo iniziato a parlarne a livello regionale non esisteva ancora una legge che regolamentasse l’attività. È arrivata da pochissimo, nel 2022. Ed è cosi che il nostro home restaurant, Buria (in friulano significa “pesce misto”), è diventato realtà. Dieci posti in cui sentirsi a casa».

Do un’occhiata al menù, e ho già voglia di andare a Marano: fasolari, canoce, canestrelli, peverasse… Tutto un repertorio di mare – secondo disponibilità – che non si ha spesso occasione di incontrare. Dice Robi: «La peculiarità della nostra costa è che, anche se alcune specie sono più rarefatte, c’è ancora molta biodiversità, e a tratti di costa diversi corrispondono specie diverse».

Tra le altre, al Laboratorio del Gusto cui Joy e Robi hanno preso parte, anche i cuori di laguna (o capatonde, Cerastoderma glaucum, bivalvi che vivono in acque poco profonde, in fondali fangosi-sabbiosi, e i fasolari (Callista chione) caratterizzati dalla conchiglia grande, lucida, aranciata.

Accoglienza

È così allora che il sogno si completa. E che il reddito si integra. «Da Buria il 70% del pescato proviene dalla nostra attività, ed è integrato da un altro 30% di pesce dell’Alto Adriatico che compriamo da pescatori di fiducia. Il turismo sostenibile è un’altra importante fonte di reddito».

Ma qui dietro non c’è solo il lavoro di Robi e di Joy, c’è anche un territorio che attua politiche lungimiranti per sostenere realtà come la loro. Concludono: «Il supporto del Gruppo di Azione Costiera del Friuli Venezia Giulia è per molti pescatori come noi fondamentale, ci dà modo di programmare serenamente gli investimenti futuri, e di promuovere le nostre eccellenze, come stiamo facendo anche qui a Slow Fish, che è la prima volta che visitiamo».

Benvenuti a Genova, allora! Speriamo di ricambiare presto la visita.

di Silvia Ceriani, info.eventi@slowfood.it

Organizzato da Slow Food e Regione Liguria con il patrocinio della Città di Genova, Slow Fish 2023 è a Porto Antico, Genova, dall’1 al 4 giugno. Iscriviti alla newsletter di Slow Food per essere informato su tutte le novità. #SlowFish2023

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