Pesci, conserve, sali, spezie e oli extravergini. E poi ancora erbe officinali e aromatiche, frutta e ortaggi. E il riso, perché no? Il Mercato di Slow Fish 2023 espone il meglio dei prodotti della pesca e dell’agricoltura costiera – o, nel caso del riso, di un’agricoltura che rappresenta un vero e proprio ecosistema acquatico –, e ti offre un’occasione unica per degustarli.
Da sempre, gli eventi di Slow Food sono anche un’occasione per fare la spesa e conoscere produttori straordinari provenienti dall’Italia e dal mondo, assaggiare e acquistare i loro prodotti e imparare a conoscerne le caratteristiche e la storia.
In riva al mare, affacciato sul Porto Antico, il Mercato di Slow Fish si focalizza su prodotti come le ostriche, lo stoccafisso e il baccalà, le alici sotto sale e sott’olio, le trote, la bottarga di muggine, e molte altre tipologie di pesci freschi e conservati.
Se sei un produttore e ti interessa partecipare al Mercato di Slow Fish, scrivi a espositori@slowfood.it e compila questo form.
Le linee guida dei produttori del mercato

Come in tutti gli eventi Slow Food, e come avviene nei Mercati della Terra, i produttori sono selezionati secondo criteri rigorosi. I produttori del mercato sono ambasciatori di Slow Food e presentano prodotti coerenti con la filosofia del buono, pulito e giusto e con le campagne internazionali promosse dall’associazione.
Pesce e prodotti ittici
Nel caso del pesce e dei prodotti ittici non è consentita la vendita, come prodotto fresco o conservato, di tonno rosso, pesce spada, anguilla, merluzzo se non provenienti da zone di pesca dove gli stock ittici della specie non sono a rischio di estinzione o da progetti sostenibili quali i Presìdi o altri progetti in cui i pescatori sono impegnati attivamente nella gestione della risorsa e del ripopolamento. Al tempo stesso, non è consentita la vendita di prodotti provenienti da acquacoltura intensiva, in particolare dall’allevamento e stabulazione di specie carnivore (ad esempio salmone e tonno rosso) o destinate alla produzione di mangimi. È incoraggiato invece l’allevamento su piccola scala di molluschi, pesci erbivori e autoctoni, in particolare se si tratta di un modello integrato di sviluppo sostenibile.
Sali
Possono essere esposti e venduti solo sali raccolti o estratti nel rispetto dell’ambiente e in condizioni di lavoro dignitose. Hanno titolo preferenziale i sali collegati a progetti di Presidio, segnalati sull’Arca del Gusto o legati a produttori delle Comunità Slow Food.
Olio extravergine di oliva
Gli oli esposti e venduti devono essere prodotti a partire da olivi coltivati in modo sostenibile per tutto ciò che riguarda la fertilizzazione, la difesa e le lavorazioni del suolo e in cui non è ammesso il diserbo chimico né alcun trattamento ormonale e con prodotti che contengano neonicotinoidi. Hanno titolo preferenziale le aziende che: producono olio a partire da cultivar autoctone dell’area di produzione; possiedono certificazione biologica; figurano nella Guida degli oli extravergini italiani di Slow Food Editore; appartengono al Presidio Slow Food dell’olio Extravergine italiano.
Vini
A Slow Fish le singole aziende produttrici di vino sono ammesse solo nel caso in cui facciano parte di un Presidio o di altri progetti specifici. Sono inoltre ammesse realtà consortili che partecipino ai progetti dell’associazione. I vini devono essere specchio del terroir di provenienza, per questo hanno carattere preferenziale le aziende del territorio che promuovono la valorizzazione di vitigni e lieviti autoctoni.
Ortofrutta e conserve ortofrutticole
Per tutti i prodotti esposti, la coltivazione deve essere sostenibile per tutto ciò che riguarda la fertilizzazione, la difesa e le lavorazioni del suolo e in cui è ammesso il diserbo chimico né alcun trattamento ormonale e con prodotti che contengano neonicotinoidi. Hanno titolo preferenziale i produttori che ossiedono certificazione biologica e che valorizzano specie e varietà vegetali autoctone e tradizionalmente coltivate nella zona di produzione.
Ugualmente, nel caso delle conserve ortofrutticole, non possono essere vendute conserve di frutta e verdura che contengano ingredienti chimici di sintesi e/o di estrazione chimica. La percentuale minima di frutta o verdura delle conserve deve essere del 65%, e hanno titolo preferenziale le aziende e gli espositori che possiedono certificazione biologica.
Piante aromatiche, officinali e derivati
La coltivazione delle erbe aromatiche ed officinali deve essere sostenibile per tutto ciò che riguarda la fertilizzazione, la difesa e la lavorazione del suolo e in cui non è ammesso il diserbo chimico né alcun trattamento ormonale e con prodotti che contengano neonicotinoidi. Gli aromi “naturali” devono essere spezie, essenze e/o estratti di esse. In etichetta deve essere specificata la materia prima utilizzata (salvia, timo, cumino, semi di finocchio ec.) e non la dicitura generica “aromi naturali”.
Risi
Per i risi, valgono le indicazioni colturali esplicitate sopra in merito alla fertilizzazione, la difesa e la lavorazione del suolo. Inoltre, non possono essere esposti e venduti risi che hanno subito trattamenti sbiancanti con olio (riso camolino), con glucosio e con talco (riso brillato).
Un mercato coerente con la filosofia di Slow Food
Queste sono solo alcune delle linee guida che Slow Food ha elaborato affinché i produttori selezionati siano coerenti con la sua filosofia. Il documento di linee guida è in continua evoluzione, per renderle sempre più utili ai produttori e coerenti con i princìpi di Slow Food. Nelle prossime settimane sarà resa disponibile la versione aggiornata del documento.