Sabato 3 giugno
ore 12:00 – Porto Antico, Slow Fish Arena, Piazza Falcone e Borsellino
Ripuliamo il mare, generiamo bellezza – Conferenza
Dire che il mare è bello è quasi scontato. Calmo o pericoloso, infinito, misterioso e potente, è stato descritto, cantato, ritratto. Immensamente amato. Il nostro tempo e le nostre azioni, però, stanno mettendo a serio rischio tutta questa bellezza, trasformando il mare in un raccoglitore di spazzatura e inquinanti. Della plastica abbiamo ampiamente parlato nelle diverse edizioni di Slow Fish, e continueremo a farlo… Ma le forme di inquinamento non si limitano a borse di plastica, cannucce, mascherine, micro e nano plastiche. Si va dalle acque di scarico e i deflussi urbani ai rifiuti solidi prodotti nei centri urbani lungo il litorale fino agli effluenti industriali, che costituiscono un’importante fonte di contaminazione per l’ambiente marino. C’è poi la posidonia oceanica spiaggiata, che è tutta un’altra cosa rispetto ai problemi enunciati sopra. Si tratta infatti una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo presente lungo molte aree costiere italiane e può formare vere e proprie praterie su fondali sabbiosi dalla superficie fino ai 40 m di profondità. D’altra parte, le foglie che naturalmente cadono dalla pianta arrivano spesso sulle spiagge dove formano accumuli anche imponenti, fino ad alcuni metri di altezza. La loro presenza è poco gradita ai bagnanti che la considerano un rifiuto piuttosto che una componente naturale propria del litorale, e come tale, un fastidio da rimuovere. Questa conferenza dà voce a chi raccoglie i rifiuti dal mare, a chi studia il comportamento delle plastiche in acqua e sulle coste, a chi recupera la posidonia e la valorizza dal punto di vista ecologico in maniera funzionale nell’ambito dell’ecosistema spiaggia, a chi trova soluzioni alternative alle reti di plastica per l’allevamento dei mitili.
Intervengono:
- Stefano Pisani, sindaco del Comune di Pollica
- Silvio Petrone, amministratore delegato Miras Energia, Pollica
- Paolo D’Ambrosio, direttore dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo
- Franco Borgogno, divulgatore scientifico dell’European Research Institute Onlus
- Marco Capello, oceanografo dell’Università di Genova
- Mirvana Feletti, Responsabile pesca e acquacoltura della Regione Liguria
Modera: Luca Ferrua, direttore di IlGusto.it
ore 14:30 – Porto Antico, Spazio Incontri Slow Fish, Area Mandraccio
Un mare di plastica – Firma del protocollo per la pulizia del mare di Ostia – Approfondimento
La plastica resta un’enorme fonte di inquinamento degli oceani e contribuisce anche al riscaldamento globale, dalle fasi di produzione a quelle di smaltimento. I pescatori possono essere alleati del mare in una molteplicità di modi. Oggi, in tutto il mondo, chi vive e guadagna grazie alla fauna marina inizia a occuparsi della pulizia delle acque in prima persona. Le opportunità sono numerose: sociali, ambientali ma anche economiche. Le esperienze di pescatori impegnati nella raccolta della plastica sono sempre più diffuse, e a Slow Fish ne parliamo grazie alla firma di un protocollo per la pulizia del mare di Ostia da parte dei pescatori in fermo biologico di pesca.
Intervengono:
- Andrea Campelli, responsabile relazioni esterne, Corepla, Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica
- Valentina Prodon, assessora Transizione ecologica, ambiente, sport e personale, Comune di Roma
- Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti, Comune di Roma
- MareVivo
Modera: Fabio Bonanno, referente dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma sul tema della food policy
ore 17:00 – Porto Antico, Slow Fish Arena, Piazza Falcone e Borsellino
Sicilia e Puglia: i pescatori artigianali del Sud Italia – Forum
Il contributo che i pescatori artigianali di piccola scala possono offrire alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della biodiversità è importantissimo. Ce lo insegnano numerose esperienze attive nel Sud Italia che hanno contribuito alla preservazione di molte specie a rischio e dell’ambiente costiero. In particolare, in questo incontro esploreremo le particolarità della pesca tradizionale con la menaide, attestata a Pisciotta e nel mare di Catania, e praticata da uno sparuto gruppo di una trentina di famiglie. Tuttavia, molti di questi pescatori devono oggi affrontare sfide sociali ed economiche, oltre che ambientali, che possono pregiudicarne la stessa esistenza. Il pesce è sempre meno, di taglie inferiori, la burocrazia complica la vita, ai pescatori è difficile far valere i propri diritti e vedere riconosciuta la diversità delle loro tecniche artigianali. Tra sfide e criticità̀ , ecco i protagonisti di questo incontro “La parola ai pescatori”.
- Gaetano Urzì, per i pescatori del Presidio della masculina da magghia. Nella cornice del golfo di Catania, nell’arco che va da Capo Mulini a Capo Santa Croce, c’è una porzione di mare tutelata in parte dalla Riserva Naturale Marina delle Isole Ciclopi e solcata ogni giorno dalle piccole barche dei pescatori del golfo. Qui, secondo la stagione, si pescano aguglie, spigole, tonni, triglie, sgombri, e masculini. I pescatori li chiamano anche anciuvazzu o ancora anciuvurineddu: molti nomi per le piccole, guizzanti acciughe, le stesse catturate dai liguri e dalle menaidi cilentane
- Giuseppe Scordella, Direttore del Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento
- Claudio Longo, presidente La Bussola del Salento Soc. Coop. Pescatori
- Vincenzo Bruno Pescatore del Presidio “Oasi blu delle Secche di Ugento (Puglia)
Modera: Roberta Billitteri, vicepresidente di Slow Food Italia
ore 19:00 – Stand Slow Fish Arena, Piazza Falcone e Borsellino
Da Venezia a Mozia: i vini di laguna, e l’olio di Capri – Aperitivo
In questo incontro non ci poniamo confini regionali, ma vi raccontiamo un habitat particolare, quello della laguna, esso stesso punto di incontro fra terra e mare. Una di esse non poteva che essere la laguna più famosa d’Italia, e forse del mondo: quella di Venezia; l’altra, invece, è nell’estremo sud d’Italia, a Mozia, in Sicilia. Due territori incredibili e affascinanti, di cui vogliamo raccontarvi punti in comune e differenze, attraverso l’assaggio degli incredibili vini di laguna.
I vini sono quelli di Venissa e Tasca d’Almerita.
- Un vigneto che da secoli sfida il sale e l’acqua alta dando vita ad un vino con caratteristiche uniche al mondo. Nell’isola di Mazzorbo il vitigno dorona di Venezia ha trovato un equilibrio magico tra un terreno vocato e la continua minaccia del sale e dell’acqua. Il Venissa bianco è ottenuto dopo una lunga macerazione delle uve che porta alla grande longevità a struttura del prodotto. Esiste anche il Venissa rosso, così come il Venusa, prodotto con uve merlot e cabernet provenienti dall’Isola di Santa Cristina – un’isola situata in una zona incontaminata e ostica della laguna, raggiungibile solamente dai navigatori esperti
- I vini di Mozia sono quelli della Fondazione Whitaker. Si tratta di un territorio piccolo, e da sempre territorio vocato alla viticoltura, sia per le particolari caratteristiche del suolo sia per il microclima, che è a tratti sorprendente: la laguna circostante genera infatti una sensibile inversione termica durante i mesi più caldi, ciò che preserva il corredo aromatico sintetizzato dalle piante durante il giorno. È da qui che è ripartita agli inizi del Novecento la viticoltura siciliana dopo il gravissimo flagello della fillossera. Qui è stato probabilmente impiantato il primo vigneto sperimentale di una varietà, ibrido di catarratto e zibibbo, che successivamente verrà battezzata con il nome “italianizzato” di grillo (dal siciliano antico “ariddu”, frutto con un solo seme)
- Per l’olio ci spostiamo sull’isola di Capri e ne assaggiamo l’oro… Il progetto Oro di Capri è nato dal desiderio di un gruppo di appassionati di recuperare il paesaggio originario degli oliveti terrazzati e le antiche tradizioni capresi legate alla coltivazione dell’olivo e di provare a produrre un olio di qualità eccellente. L’idea è anche quella di recuperare un’attività tradizionale intrisa di valori identitari, e di nobilitarla, per poterla lasciare in eredità ai propri figli. L’operazione di recupero e valorizzazione ha contribuito a ridisegnare l’identità della comunità locale, ad incrementare i legami sociali e il rapporto con la natura. La degustazione sarà impreziosita dai pani selezionati dalla rete Slow Grains